"Il film, che doveva inizialmente chiamarsi "Tarzan contro l’IBM", ad enfatizzare maggiormente l’opposizione presente tra istinto e ragione o tra naturalità ed artificialità, recupera la figura dell’attore Eddie Costantine, che nei panni dell’agente Lemmy Caution (personaggio uscito dalla penna di Peter Cheyney) , che in Francia girava molti gialli di second’ordine, intrisi di tutti i “topos” classici del genere noir-poliziesco.
Godard riprende questo personaggio proiettandolo in un universo per lui inusuale : quello della fantascienza. Nelle mentite spoglie di Ivan Johnson giornalista, di una testata intitolata (non a caso) Figaro-Pravda, l’agente giunge dalla terra ad Alphaville, una città del futuro (che in realtà altro non è che la Parigi del regista), dominata da un potentissimo computer: Alpha ’60. L’elaboratore regola attentamente la vita collettiva bandendo ogni tipo di comportamento illogico o non funzionale alla collettività, tra questi anche l’emotività e la creatività individuale.
Le parole scompaiono ogni giorno (affinità fondamentale con la “neolingua” di “1984”) per limitare ulteriormente le capacità espressive degli abitanti, mentre ogni essere sembra condizionato (la modalità non viene spiegata chiaramente) dalla macchina. La civiltà che compone Alphaville, si presenta così come una civiltà di automi, esseri che hanno abdicato completamente ogni facoltà di pensiero o sentimento.
Il compito di Lemmy Caution, è quello di catturare lo scienziato terrestre che ha creato Alpha 60, che sembra volersi spingere anche alla conquista della terra : il professor Nosferatu. Le analogie fra il professore ed il vampiro del film di Murnau sono metaforicamente evidenti : come Nosferatu, il professore è un vampiro, non succhia sangue direttamente, ma il computer da lui creato succhia linfa vitale, ovvero tutte le caratteristiche umane che caratterizzano gli individui."