"È un film d’amore, ma non uno come tanti. Questo è un film che parla di amore vero, puro, senza nessuna malizia e senza nessun tornaconto.
A proposito di sentimenti si può considerare, all’interno della filmografia di Segre, «un’operazione di messa a fuoco di un pregiudizio moralistico borghese. Fino a poco tempo fa, infatti, i ceti sociali dominanti giudicavano inammissibili rapporti sentimentali tra persone affette dalla sindrome di Down».
I ragazzi che vediamo nel film di Segre vengono prima di tutto presi in considerazione come individui portatori di sentimenti, che vogliono esprimere il loro amore, il loro affetto, e non come simboli di una anomalia cromosomica. Quindi li vediamo parlare tra di loro, dichiararsi l’amore, alcuni discutono con coscienza della loro diversità; c’è chi si sente diverso dagli altri, chi sente il “peso” di quel cromosoma in più, chi dice «io non potrò avere una vita normale come gli altri».
Ma soprattutto c’è chi fa progetti per il futuro, di andare a vivere insieme, di sposarsi, di trovare un lavoro. Ancora una volta Segre ci conduce all’interno di una
realtà che abbiamo paura di conoscere perché, forse influenzati da pregiudizi, la consideriamo diversa. Ma senza commenti, bastano le immagini e le parole di questi ragazzi per capire che la diversità e i limiti stanno nella nostra testa.
Inconsciamente siamo caratterizzati dalla presunzione di considerare estranea e diversa una realtà “alternativa” alla nostra. Con questo film Segre dimostra che non esiste un’unica normalità, soprattutto quando si parla di sentimenti."