"Proprio dal successo che hanno riscosso i talent show, soprattutto in America, il cinema, ancora una volta quello statunitense, è tornato a criticare la tv con American Dreamz (2006), primo film ufficialmente ambientato nell’era dei reality show, l’ultima pellicola del genere uscita sul grande schermo, l’ennesima spietata critica che bersaglia chi guarda più che chi fa i reality.
Ma è anche e soprattutto una satira sull’America, un ritratto ironico e a volte spietato di alcuni personaggi che la abitano. Il sogno americano? Apparire in tv. "American Dreamz", è il reality show a cui tutti, ma proprio tutti, vorrebbero partecipare. Condotta dal cinico Martin Tweed, la trasmissione più famosa degli States fa provvista di concorrenti o aspiranti tali, ciascuno con un sogno che poi è sempre lo stesso: diventare famoso ad ogni costo.
“Trovare dei tipi eccentrici, degli “strani”, persone che il pubblico da casa può guardare dall’alto in basso”, è il motto del conduttore. Stanco degli stessi ospiti noiosi, stagione dopo stagione, Tweed decide quest’anno di alzare la posta in gioco reclutando un gruppo di aspiranti al titolo, delle vere e proprie caricature, tra cui: Omer, terrorista iracheno fanatico dei musical di Broadway, che si ritrova a cantare e ballare, conquistato dagli splendori consumistici americani, introdotto negli Stati Uniti per svolgere una missione suicida, Sally Kendoo, una biondina pronta a tutto pur di riuscire a sfondare e arrivare alla celebrità (si vede anche dalla sonorità del suo cognome :“can do”), è pronta ad accettare in diretta tv di sposare un fidanzato che detesta (“Credi che faccia male ad accettare di sposare un uomo che non amo per spingere il pubblico a votarmi?”) e Sholem un cantante ebreo ortodosso amante del rap.
Questi saranno i tre finalisti dello show per aspiranti cantanti accomunati dallo stesso desiderio: apparire in televisione."