Mi chiamo Enrico Roncalli.
Ho partecipato al TFA A050 il 15 luglio all’Istituto Gentileschi.
Questa è la mia esperienza.

Alla fine della prova ho sentito di una persona che in un’altra aula aveva tentato di aprire la busta prima dell’inizio del Test, ma questa è stata immediatamente identificata e cacciata, senza poter sostenere la prova.
Quanto al fatto che si potesse spiare la prima pagina senza rompere il sigillo era totalmente impossibile farlo. Inoltre il primo foglio della busta era un foglio bianco che riprendeva il tuo codice a barre, quindi non era il primo foglio domande. Almeno, nel mio caso, è stato così, ma penso che tutte le buste fossero imbustate allo stesso modo. Impossibile anche guardare controluce.

Nello specifico, io ero nel “Corridoio Terzo piano torre A”. Sicuramente la situazione più regolare per svolgere un test. Vista la struttura circolare dell’edificio, non si poteva svolgere il test in gruppo o fare chissà quale comunella. A stento vedevo le persone davanti a me, vista la circolarità del corridoio. Inoltre, il corridoio era abbastanza largo ed eravamo disposti solo su due file, alle due pareti opposte, quindi non si poteva comunicare con quelli ai lati. Eravamo molto più isolati di quando feci la maturità. Il personale a disposizione non era molto, ma ha comunque vigilato continuamente. Se in questo paese sono finiti i soldi non è colpa nostra e nemmeno di quelle persone che vigilavano, vittime come noi di un sistema che non funziona.
Per quello che ho potuto vedere io, non ho visto nessuno utilizzare libri, bigini, smartphone, cellulari o tablet.
Per quanto riguarda la consegna delle buste, non so se per il fatto che eravamo all’ultimo piano di una torre, queste sono arrivate molto tardi. A me personalmente, che sono stato tra gli ultimi a riceverla, la busta è arrivata non molto tempo prima dell’inizio del Test.

Non voglio fare la parte di quello che minimizza le cose. Sicuramente, se hanno ammassato 400 persone in un’aula, i disagi saranno stati maggiori, questo è matematico. Tuttavia, non posso parlare di situazioni dove non ero presente.
Questo non significa che il corridoio dove ho svolto io la prova fosse il paradiso terrestre, popolato di anime candide. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e risponde alla propria coscienza. Per ciò che ho potuto constatare io, però, non ho visto il delirio di cui si parla in altri interventi relativamente ad altre aule e non ho trovato molte differenze rispetto al Tfa di due anni fa. Anzi. In altri interventi pubblicati in rete, leggo di persone che incensano la correttezza dei Tfa di due anni fa, svolti nelle università lombarde. Posso garantire che, anche se c’era meno gente, ho visto con i miei occhi persone fare il test in gruppo e ovviamente passarlo. Inoltre, nella prova di quest’anno, io non ho visto nessuno abbandonare l’aula/corridoio, mentre due anni fa era consentito anche uscire per andare in bagno, visto che c’erano tre ore di tempo e non solo due. A tal proposito, si vociferava di gente che, chiusa nel bagno, consultava lo smartphone – che nessuno ci aveva ritirato – visto che i controllori non potevano entrare e accompagnarti fino al metro quadrato dove ci sono i sanitari.

Pertanto, i furbi esistono da sempre e sono ovunque.
Certo ammassare oltre 1900 persone in un solo istituto non è proprio il massimo dell’organizzazione.
Ma di certo non è colpa di chi studia giorno e notte da due anni.

Enrico Roncalli