"Craven si conferma in grado di spaventare non solo i ragazzi degli anni ’80, indelebilmente marchiati dagli artigli di Freddy Krueger, ma anche le nuove generazioni, cosa che non sono stati in grado di fare altri grandi del genere come Romero e Hooper, che sembrano essere rimasti imprigionati nelle paure del loro tempo.
Ciò che ha spaventato i padri quasi sempre fa sorridere i figli, soprattutto in un periodo così frenetico come il nostro in cui mode e tendenze nascono e tramontano nel giro di una stagione e il pubblico cinematografico appare più smaliziato che mai.
Craven invece riesce a travalicare questo limite e ne esce indenne superando la caducità della paura. Scream ebbe un grandissimo successo e riportò in auge il mai definitivamente tramontato filone slasher, superando l’horror gotico ad alto costo a cui le produzioni coppoliane avevano abituato e ritornando alle pratiche “basse” e viscerali di un sotto-genere fiorito tra gli anni settanta e ottanta, lo slasher, appunto.
Fagocitato dall’insaziabile ventre dell’industria del video, minato dalla scomparsa del cinema medio-basso e dall’accentramento di potere nelle mani degli Studios, il genere si era svuotato, estinto. Fu strano ed interessante vederlo riaffiorare proprio quando l’America attraversava un periodo di benessere economico e di altrettanto grande conservatorismo culturale, preoccupata come non mai di proteggere i propri figli a forza di divieti.
Da Scream trassero nuova linfa film come So cosa hai fatto (I Know What you Did Last Summer, Usa 1997) di Jim Gillespie e Urban Legend (Usa 2000) di John Ottman.
Il successo di Scream è dato anche dalla geniale trovata del killer con la maschera da “Urlo” di Munch, ma soprattutto dalla regia che gioca con i personaggi facendo del metacinema (che diverrà del tutto esplicito nel terzo capitolo) e alternando momenti di tensione a momenti assolutamente esilaranti con continui rimandi ai grandi film horror del passato.
Scream rappresenta un’eloquente esibizione del cinema e dei suoi codici, del legame tra new cult movie e cult audience. Il legame di Craven con l’immagine è sempre stato presente nella sua produzione. Ma in Scream tutto diviene esplicito: ´Il cinema non crea psicopatici, tutt’al più li rende creativi`, dalla voce dei suoi personaggi appare chiaro che l’immagine filmica è niente affatto innocua e si presenta come un ulteriore travestimento del lato oscuro."