Di fronte a un film del genere, anche se sono passati più di tre decenni dalla sua realizzazione, non si può che restare affascinati, per la ricostruzione di un’epoca, per le vicende umane di due individui contrapposte e schiacciate dalle ideologie trionfanti, per la magistrale interpretazione dei due maggiori divi italiani e per la grandissima sceneggiatura che Scola, con il suo storico collaboratore Ruggero Maccari e con Maurizio Costanzo, ha saputo regalare agli spettatori.
Pur essendo una vicenda che riguarda la complessità dell’animo umano, racconta una storia molto semplice: un uomo e una donna che, nel corso di un’intera giornata, da mattina a sera, si ritrovano a essere gli unici due abitanti di un caseggiato popolare a Roma, perché tutti gli altri (esclusa la portinaia) sono usciti per assistere allo storico incontro tra Hitler e Mussolini.
La giornata particolare è il 6 maggio del 1938. E’ il momento di massimo consenso raggiunto dal fascismo in Italia e, mentre la trasmissione dell’EIAR che si sente in sottofondo, diffusa attraverso gli altoparlanti del palazzo da una portinaia gretta e abbruttita, scandisce con toni solenni e marziali tutte le fasi della giornata di festa, la vita di Antonietta (una grandissima Sophia Loren) cambierà per sempre.
Antonietta è la tipica moglie e madre fascista, ha sei figli e una venerazione per la figura di Mussolini che, come tutti i dittatori, è dipinto dalla propaganda come una figura mitica.
Ma è, soprattutto, come tutte le donne di allora, sottomessa ai desideri del marito e quindi sovente umiliata e senza possibilità di ribellione o riscatto a questa condizione. Per una pura causalità, la sua cocorita fugge dalla gabbietta lasciata aperta per sbaglio ed anche lei è costretta a uscire dal guscio protettivo della sua casa per recuperare il canarino. Lo ritrova nell'appartamento di fronte, abitato da un uomo affascinate, un intellettuale.
Inizia così la loro conoscenza e l'inquilino le dice cose che lei non è abituata a sentire, le si rivolge con una gentilezza che è decisamente controcorrente rispetto alla brutalità con cui la tratta il marito o all’indifferenza che i figli hanno nei suoi confronti e lei ne rimane immediatamente affascinata.
Ma quello che non capisce è che lui, Gabriele, non è un uomo come tutti gli altri che lei conosce o come il regime vuole che gli uomini siano, bensì (un Marcello Mastroianni immenso) è un omosessuale che è costretto a dissimulare perché, allora, gli invertiti (come venivano chiamati) non potevano mostrarsi, erano considerati dei malati ed erano costretti a reprimere i loro sentimenti.
E l’interpretazione di Mastroianni è grandiosa proprio per questa sua capacità di lavorare per sottrazione, per fare affiorare soltanto una maggiore comprensione e consapevolezza verso l’animo femminile, senza scadere nel macchiettismo abituale della rappresentazione tipica di un omosessuale.
Antonietta, durante questo incontro che la vedrà contrapporsi a Gabriele in momenti drammatici e a congiungersi a lui nel momento fondamentale del loro rapporto sessuale, è costretta a riconsiderare tutti i falsi valori che il fascismo, con la sua propaganda, aveva voluto inculcare nella mente degli italiani e la sua presa di coscienza è anticipatrice di quella con cui, di lì a pochi anni, anche tutti gli italiani, con la guerra, dovranno drammaticamente fare i conti.
Una giornata particolare è un film del 1977 diretto da Ettore Scola. È stato presentato in concorso al 30º Festival di Cannes. Ha inoltre ricevuto due nomination al Premio Oscar: Miglior film straniero e Miglior attore.